Food For Meet

Lunedì 28 gennaio 2019 la Città di Bergamo ha firmato il Urban Food Policy Pact, un insieme di politiche che delineano una visione condivisa sul futuro rapporto della città con il cibo e che definiscono le azioni chiave per attuare questa visione, armonizzando i vari progetti che l’Amministrazione porta avanti sul tema dell’alimentazione.

A seguito dell’adesione della Città, la condotta di Slow Food Bergamo insieme al Bio-distretto dell’Agricoltura Sociale di Bergamo (cui aderiscono importanti realtà produttive biologiche bergamasche, 8 Comuni e il Parco dei Colli) hanno proposto, tra le prime azioni a seguito della sottoscrizione della Food Policy di Bergamo, la realizzazione del progetto internazionale Food for Meet.

Da sempre il cibo e il suo valore sono al centro della vita dell’uomo che, a differenza di tutti gli altri animali, non si accontenta di sfamarsi, ma sceglie cosa mangiare e come farlo. In quest’ottica il cibo è cultura in ogni suo aspetto: quando si fa la spesa, quando lo si prepara seguendo una ricetta, quando si studiano le sue proprietà, quando lo si condivide in una tavola, quando si chiude il conviviale.

L’Unesco ha in questa linea in diverse occasioni dichiarato patrimonio immateriale pratiche culturali legate alla cucina e alla gastronomia, come l’atto sociale di riunire gli ospiti per gustare un buon cibo (piatto gastronomico francese) o la cucina tradizionale messicana, intesa come cultura comunitaria, ancestrale e viva o più recentemente – la dieta mediterranea come modo di vita o più recentemente l’arte dei pizzaioli napoletani intesa come modalità tradizionale di preparare la pizza.

Il cibo è quindi un vero e proprio valore culturale che caratterizza persone o luoghi, storie e tradizioni e accompagna la storia dell’uomo da sempre.

In una realtà come la nostra, sempre più ricca di proposte commerciali e culinarie dei luoghi più lontani, la cucina ci permette di conoscere attraverso i sensi la storia e le tradizioni originali e particolari di quei luoghi.

La costante proposta di Slow Food, ampiamente confermata anche durante l’ultima edizione di Terra Madre, è proprio quella di continuare a mantenere la centralità del cibo come vera opportunità di crescita personale, di condivisione, di entrata in contatto con culture diverse (e spesso lontane) dalla nostra, facendone occasione di crescita della cittadinanza italiana e straniera.

Con gli obiettivi di valorizzare il cibo come elemento di unione ed integrazione tra la cittadinanza di pratiche gastronomiche, culturali e sociali legate al cibo appartenenti ad altre culture rispetto a quelle tipicamente italiane, la Condotta di Slow Food Bergamo ha proposto Food For Meet, un percorso concreto di conoscenza e degustazione dove il cibo non sia inteso solamente come semplice “nutrimento”, ma anche come occasione di condivisione e integrazione tra culture diverse, partendo proprio dal cibo, dai Presidi Internazionali di Slow Food, dalla migliore cucina della tradizione dei diversi Paesi.

Il cibo quindi come occasione di crescita comunitaria e di inclusione.

La proposta iniziale è dunque quella di rendere il Mercato della Terra di Bergamo un punto di contatto tra culture diverse coinvolgendo gli allievi dell’Accademia dell’Integrazione, un progetto unico nel suo genere ideato dal Comune di Bergamo in collaborazione con Caritas e Cooperativa Ruah e con il sostegno di Confindustria. I protagonisti di tale “programma di integrazione” sono giovani richiedenti asilo e provenienti da diversi Paesi del mondo (soprattutto dall’Africa subsahariana). Le giornate dei ragazzi sono scandite da ore di lezione (per imparare l’italiano), lezioni per avvicinarsi a nuovi mestieri e lavori utili per la comunità. Il progetto ha un duplice obiettivo: da un lato dare a questi ragazzi (che dimostrano di volerlo davvero) una nuova occasione sia umana che professionale e dall’altro dimostrare che è possibile cambiare la modalità di gestione dei migranti riuscendo a far coincidere la loro integrazione con un contributo attivo e positivo per e nella comunità locale.

Gli allievi dell’Accademia provengono da un totale di nove diversi Paesi e il progetto mira a presentare ad ogni Mercato un Paese e una cultura culinaria diversa.

Partendo dalla scelta degli alimenti più “rappresentativi” delle terre di origine e tutelati da Slow Food International, gli allievi affronteranno, durante le consuete ore di lezione settimanali, un percorso pensato dagli educatori in modo tale che gli stessi siano in grado, in occasione del mercato, di fornire informazioni, consigli sulla preparazione e curiosità sugli alimenti.

Si tratta di un’occasione di dialogo che parte da elementi di unione tra la cultura italiana e quella dei vari paesi d’origine e che porterà i ragazzi dell’Accademia a confrontarsi con i presenti per capire quali sono i diversi usi e le tradizioni che stanno dietro tali alimenti.

L’obiettivo è quello di riuscire a capire insieme, grazie alle spiegazioni di chi sente sua quella cultura che per noi è “diversa”, un mondo all’apparenza molto lontano dal nostro.

Il progetto è stato lanciato sabato 23 febbraio con la presentazione di Senegal e Gambia, che hanno portato al Mercato della Terra di Bergamo il loro tipico ceebu jen, piatto della tradizione senegalese preparato con riso, verdure e carne.

L’iniziativa è stata accolta con curiosità, felicità ed entusiasmo sia dai giovani allievi dell’Accademia,  cuochi affiancati da esperti tutor per un giorno, felici di poter mostrare una parte della loro storia, sia dai cittadini bergamaschi che passeggiando in centro città hanno avuto l’opportunità di assaggiare qualcosa di buono e non convenzionale, di scoprire una nuova realtà ei avvicinarsi ad una cultura diversa dalla nostra.

I prossimi appuntamenti previsti sono:

  • 9 marzo – Pakistan;
  • 23 marzo – Costa d’Avorio e Mali;
  • 13 aprile – Nigeria;
  • 27 aprile – Benin;
  • 11 maggio – Ghana;
  • 25 maggio – Guinea.

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